Un anno di Trump 2.0: la finanza applaude, l’economia trattiene il fiato.
Un anno fa, il 5 novembre 2024, Donald Trump vinceva le elezioni per il suo secondo mandato.
Dodici mesi dopo, l’America è cambiata e con essa l’equilibrio globale tra politica, mercati e potere economico.
Mentre il mondo discute di dazi, Bitcoin e politica industriale, Wall Street continua a correre.
A spingerla non sono i consumi o la produttività, ma la spesa colossale degli hyperscaler (Microsoft, Google, Amazon) nel settore AI.
Liquidità che sostiene gli indici… ma drena risorse e attenzione dal resto dell’economia reale.
La dinamica è chiara:
→ L’AI capex boom sostiene i multipli azionari → La manifattura rallenta → I margini si comprimono fuori dal tech
Trump ha imposto una visione economica neo-mercantilista: pro-business, ma profondamente protezionista.
→ Dazi ai massimi da un secolo → Fed in bilico tra tagli e inflazione → Deregolamentazione massiva nel settore energia e finanziario → Crescita interna sostenuta artificialmente dagli incentivi al reshoring → Legittimazione politica e fiscale del mondo crypto
Risultato? Un’America apparentemente forte.
Il paradosso è però chiaro: più la politica si fa estrema, più il mercato sembra ignorarla.
Per ora.
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